Settembre '43 alla solagna della Noce

Il fronte si avvicinava a Rionero. La ferrovia era stata bombardata, i depositi dei viveri saccheggiati e incendiati, fascisti e tedeschi avevano fucilato 16 persone. La famiglia di Angelo Domenico Libutti, con altre, si era rifugiata nel podere della Solagna della Noce, per nascondersi dai tedeschi ed evitare i bombardamenti. Passavano molti soldati italiani sbandati che tentavano di raggiungere le linee alleate: ad essi venivano dati abiti civili, talvolta in cambio di armi, per evitare che i tedeschi li catturassero. I ragazzi più grandi erano mandati ad avvisarli di non seguire la ferrovia, dov'era un nido di mitragliatrici tedesche, e li accompagnavano attraverso i campi.

La madre del soldato Arcangelo era in pensiero per il figlio, che forse era nelle stesse condizioni degli sbandati che passavano. Cucinava in un gran calderone per familiari e sbandati e ripeteva: chissà se un'altra madre farà la stessa cosa per mio figlio... Gli aerei duellavano in cielo, si udiva il cannone; sulle vicine alture di Ripacandida gli Alleati assalivano le retroguardie germaniche. Un tedesco capitò alla Solagna della Noce: temendo che tornasse coi suoi a fare strage qualcuno propose di ucciderlo, poi si vide che era ferito ad un piede. Era un figlio di mamma pure lui, venne fatto passare. Arrivarono infine gli Alleati.

Particolari in: 1943. Memorie di Angelo Domenico Libutti.htm

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